“Olio di gomito” e amore per il paese: così il Cinema Teatro rivive grazie al volontariato


Torna a rialzarsi il sipario sul vecchio Cinema Teatro, l’iconica sala parrocchiale di Cogollo del Cengio ormai prossima a compiere il secolo di vita. Un’esistenza felice sino ai primi anni Ottanta, fra spettacoli e tante proiezioni delle domeniche spensierate di una gioventù ormai andata: prima di cedere il passo ad usi più sporadici, fra multisala e moderne distrazioni.
Se non un oblio poco meno: non nel cuore di molti cogollesi però, che tra quelle mura e duecento seggiole in legno, hanno sempre visto un pezzo del loro essere che non poteva finire tra i ricordi. E così che, un animato gruppetto di persone – tra loro molti ex di un comitato genitori coi figli ormai cresciuti – si è deciso a farsi interprete di un sentimento latente e di chiedere il benestare al parroco Don Luigi Gatto di poter avere in gestione lo stabile: “Lo abbiamo fatto con una promessa – racconta piena di orgoglio Emanuela Cappellari, una delle referenti del sodalizio ribattezzato eloquentemente “Dietro le quinte” – niente lucro, solo volontariato e ricerca di sponsor per sostenere le inevitabili spese sia per la ristrutturazione che per l’organizzazione degli eventi. È da quel momento che l’avventura ha preso vita. Siamo partiti da zero. Abbiamo livellato pavimenti, recuperato sedie con pezzi di ricambio originali, scrostato e ritinteggiato pareti, rifatto parti di muratura, risistemato il palco con tanto sapone di Marsiglia e olio di gomito, ridato colore agli infissi e sistemato il tendaggio. C’è chi passa giornate intere dentro al teatro e chi arriva dal lavoro e corre a fare manutenzione. Passiamo serate intere tra pennelli e cazzuole, martelli e avvitatori: per la parte più alta della volta del teatro – dove serve sicurezza – affideremo invece il lavoro a dei professionisti”.
Un lavoro di squadra persino tra gli artigiani e le piccole imprese locali, subito in prima linea per offrire un supporto, ciascuno secondo possibilità, in attesa di rimpolpare le fila anche del nucleo di volontari – al momento 14 – che si stanno prodigando per dare una seconda vita al fabbricato di Via Don Luigi Agostini: “La prima scadenza simbolica è stata il 30 maggio – prosegue la portavoce – volevamo mostrare ai cittadini quanto fatto finora e chiedere loro fiducia, quindi non ci siamo limitati ai lavori manuali, lavorando anche ad un evento culturale: un reading/spettacolo ispirato a “Dove Sei Madre”, l’ultima fatica letteraria di Raffaella Calgaro, autrice storica e nostra prima fan. Lo spettacolo è stato un vero successo: ombre, musica jazz, letture: il pubblico si è lasciato trasportare dalle emozioni, alcuni sono usciti dal teatro con gli occhi colmi lacrime”. Emozioni ma anche concretezza: perché rimangono ancora tanti lavori da fare, alcuni molto onerosi come la nuova guaina del tetto, la sostituzione dei tendaggi o il restyling dell’impianto audio luci. Un cammino in salita, ma non per questo meno bello. Per riappropriarsi di uno spazio e farne dono ad una comunità pronta a riabbracciarlo.
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